giovedì 23 agosto 2007

Il vento fa il suo giro

Tra le sfighe automobilistiche mancava giusto all'appello la presa in ostaggio dell'auto da parte delle forze dell'ordine.
Ieri ero in via Savona per appuntamento culturale al cinema Mexico.
A proposito, 'Il vento fa il suo giro' di Giorgio Diritti è proprio un bel film.
Pluripremiato all'estero e, come succede spesso, considerato pochissimo dai distributori italiani.
Peccato non aver visto la fine.
Dopo un'ora e mezzo, in sala le luci cominciano a spegnersi e la proiezione si ferma, ci dicono che la corrente è saltata anche fuori.
Nell'attesa usciamo e mentre io cazzeggio nella hall
non preoccupandomi minimamente della folla che intanto si è raccolta in strada mi chiamano


G.: "scusa, ma il fatto che ci siano delle fiamme
che escono da un tombino proprio vicino alle nostre macchine
non ti interessa più di tanto? "


Il tempo di uscire in strada e la via era bloccata e presidiata.
Nell'ordine arrivano, a sirene spiegate: Polizia, Vigili del Fuoco, Ambulanza, Polizia Municipale,
camionetta AEM Pronto Intervento Gas, camionetta AEM Pronto Intervento Elettricità.
I vigili del fuoco posizionano i nastri per isolare la zona, da marciapiede a marciapiede.
In trappola rimangono alcune auto, poche per la verità , ma una di queste ovviamente è la mia.


Resto lì tra le scene da Blade Runner, con la speranza di recuperare l'auto sana e salva, ma anche con quella di riuscire a familiarizzare con qualcuno dei Vigili del Fuoco.
Tra i primi grandi amori della mia infanzia, al secondo posto dopo Capitan Harlock, c'era il draghetto Grisù.


Alla fine le fiamme vengono domate senza danni,
però mi domando se forse non dovrei seriamemente pensare di portare la mia macchina a Lourdes.
Ovviamente non ci andrei guidando, ma la farei portare là dal carro attrezzi, che non si sa mai..

mercoledì 22 agosto 2007

Uh ..!

Definizione
Con il termine “Uh” si indica il collega che, nonostante gli sforzi,
non riesce a farsi comprendere dagli altri appartenenti al genere umano.
Andatura con braccia ciondolanti, occhio perennemente spento,
il contributo di Uh alle attività dell’ufficio è lo stesso di un pezzo d’arredamento.


Etimologia del nome
Il termine “Uh” è di origine onomatopeica.
Uh è infatti il suono disarticolato che esce dalle sue labbra ogni volta che prova ad esprimere un concetto.
Un concetto qualunque, non importa che la domanda sia aperta o chiusa.
 - Scusa .. ?
 - “Uh!”
 - “..mi giri il documento ?”
 - “Uh!”
Proviamo il confronto con i grandi temi:
 - Cosa ne pensi dello sviluppo sostenibile, della globalizzazione, della situazione attuale nel Darfur ?
 - Uh, Uh..Darfuh ?!.
Bene. Grazie


Comportamento
Se gli viene assegnato qualcosa da fare, “Uh” si lamenta di essere carico di lavoro,
di avere sulle sue spalle tutte le responsabilità dell’azienda,
che senza di lui dovrebbe senz’altro chiudere i battenti.
Non ottendendo l’effetto desiderato, inizia a fustigarsi la schiena,
si strappa i capelli (ma di solito non li ha) , si rotola sul pavimento fingendo una crisi epilettica,
infine, vedendo che nessuno alza il telefono per chiamare il 118
si rimette alla scrivania, abbassa la testa sul pc mugugnando‘uh…’ .
Ovviamente il lavoro assegnatogli rimane incompiuto, perché anche nella remota ipotesi
che gli venisse voglia di fare qualcosa, comunque non saprebbe da che parte incominciare.
Se arriva il capo a domandargli come mai, lui ricorre al piano B, anzi, al piano U: alza la testa e “…Uh…?”.
Il capo lo guarda prima perplesso, poi rassegnato, e infine assegna la mansione a qualcun altro.
Nelle rarissime occasioni in cui Uh si cimenta in attività vagamente assimilabili a qualcosa di produttivo,
si alza in piedi, e in mezzo all’ufficio uhluhla di aver appena risolto tutti i problemi del mondo,
mentre con la coda dell’occhio si accerta che il capo lo senta.
Subito dopo si risiede, e ritorna a sbadigliare, l’occhio da triglia.


Habitat
Caratteristica peculiare di ‘Uh’ è che si trova dappertutto, 
è un po’ come il prezzemolo degli uffici, ognuno ha il proprio.
In effetti, la razza degli Uh è veramente numerosa.


Come riconoscerlo
Non è sempre facile riconoscere un Uh a prima vista,
nonostante abbia avuto modo di studiare da vicino un certo numero di soggetti,
una volta mi è capitato personalmente di incontrare in ascensore
un esemplare e scambiarlo per uno straniero che non parlava nè comprendeva la nostra lingua.


Di seguito segnaliamo uno degli illustri personaggi che si sono occupati della specie:
 **** Uh ****

martedì 21 agosto 2007

Countdown

Non è per farlo pesare, ma nonostante il tempo settembrino e gli uffici ormai pieni per me mancano quattro giorni alle vacanze. Ieri ho completato l’acquisto di infradito a prezzo stracciatissimo  e oggi ho in programma l'acquisto di un costume da bagno.
In un altro continente mi aspettano sole, pause con tè alla menta e tanta, tanta danza.

martedì 14 agosto 2007

Sto scoprendo la musica di Vinicio Capossela.
Da sabato a casa sono sola,
la poesia e l'ironia delle sue canzoni stanno accompagnando ogni momento
di queste giornate solitarie dentro una città vuota
ed è sempre bello scoprire che anche così qualcuno può regalarti delle emozioni.

venerdì 10 agosto 2007

Diario di un'ipersensibile

L’uomo che possiede la tua anima ti sfiora, succede per caso:
siete seduti uno accanto all’altra con gli avambracci che si toccano appena.
Nessuno dei due si sposta.
Lui perché forse a quel contatto non fa nemmeno caso, 
tu perché moriresti lì, con la sensazione della sua pelle sulla tua.
Il tutto dura al massimo una decina di secondi,  
la sera torni a casa con tanta adrenalina in corpo da non riuscire ad addormentarti.
E sei felice come se aveste fatto l'amore. Forse di più.


Ti chiamano un 'tipo olfattivo', a volte ti capita di girare in cerca della sorgente di un profumo.
Giri per un quarto d’ora in cerca di una pianta di gelsomino.
Non importa che tutti ti prendano per pazza e ti ricordino
che nel parcheggio di un centro commerciale sulla Lorenteggio
l'unico odore distinguibile è quello dei gas di scarico con restrogusto di asfalto bruciato.
Il profumo tu lo senti, forte, e infatti il gelsomino c'è,
sopravvive nascosto da una rete in un angolo del parcheggio. 


Il profumo di un vino ti inebria, riesci a sentirla tutta la sua storia,
la difficoltà sta solo nel riuscire a dare un nome a tutti gli aromi,
quello di dare un nome alle cose è un'attività che hai trascurato negli anni.
 
Altri odori sono insopportabili, come un pugno nello stomaco, ti portano sul punto di svenire.
A volte sei costretta a iperventilare, per non doverti piegare in preda alla nausea.
Altre volte masochisticamente non puoi fare a meno di respirare, fino al cortocircuito cerebrale.
Lo stesso effetto di certi pensieri.
Il pensiero del Futuro.
Provi a sforzarti di immaginare la vita tra qualche anno ma è impossibile,
tutto converge in un intreccio informe di luci e suoni,
la sofferenza si fa insostenibile finchè tutto si spegne.


Un attimo di gioia anche solo intravisto ti riempie la vita per giorni, per mesi.
E se arrivi così vicino da poterlo toccare il tuo viso illuminato
fa voltare la gente per la strada
per fargli dire quanto sei bella.
Ma non puoi trattenerli questi momenti di gioia, non ci sei abituata, 
è troppo forte la convinzione di non meritarli.


Chi ha studiato ti dice che il tuo stato è simile a quello di una persona ricoperta di ustioni,
e che così non si può continuare a vivere.
Bisogna mettersi addosso una seconda pelle che ripari dal vento.
Come un abitino fatto su misura. Trasparente, ma morbido e caldo.
Decidi che si può tentare.

giovedì 9 agosto 2007

Rain women

Sono tante le donne alle quali il temporale accende i sensi.
Sarà che la paura e il desiderio facilmente si mescolano,
o forse perché da bambine uscire di nascosto sotto la pioggia
era la cosa che dava il massimo senso di libertà e trasgressione.
Può essere un problema se la bufera scoppia mentre si è in ufficio,
e soprattutto se non si è nell’ufficio giusto.

venerdì 3 agosto 2007


Ancora una volta al Bivio si è scartata l’opzione che per molti significherebbe sicurezza,
ma che per te sarebbe solo una catena alla caviglia, e nemmeno dorata.
Il Ministero dopo otto anni dalla laurea e dal concorso, ha deciso di offrirti il Posto Fisso,
e ti chiede di decidere in soli due giorni di cambiare tutta la tua vita e cimentarti in una carriera
malpagata  e senza prospettive.
Spero solo di aver lasciato il Posto a qualcuno che pensa di avere la vocazione per insegnare.

mercoledì 1 agosto 2007

La Lunga Estate Calda - Spamming

Il Supergiovane dell'ufficio si alza, rosso in viso, visibilmente allarmato,
si aggira per l'open space gridando:
'Attenzione a tutti, scusate, se vi è arrivato da me un link via msn non apritelo, per favore'.
'Cos'hai combinato?'
'Niente, niente, ma se vi arriva l'url di un link
con il titolo "La mia estate tutta calda",
non apritelo,non sono esattamente le foto delle mie ferie'.
E non siamo su candid camera..